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Redazione articoli

Questa è la fucina degli articoli del gruppo IDV_Agora scritti in modo collaborativo e poi inviati ai mezzi di stampa

I giovani e la partecipazione politica


La collina di Never Land ha visto una partecipazione di circa 25 avatar, nella serata di lunedì 22 ottobre, una delle più grandi degli ultimi tempi. Evidentemente questo tema è molto sentito, sia dai giovani, ma anche da chi non è lo più e si pone nell’ottica del genitore, che si interroga su quello che sarà il futuro dei propri figli. Sui giovani, negli ultimi tempi, molti si sono espressi: D’Alema li chiama la “molle gioventù” e Padoa-Schioppa i “bamboccioni” o la “generazione assistita”. Il dato saliente è che il 70% della popolazione maschile (52% le donne) vivono ancora con i genitori all’età di 30 anni. Questo modo di vivere che, fa parte della tradizione italiana (figli di mammà), ormai si sta diffondendo in tutto il mondo e sono stati coniati per ogni stato divertenti appellativi. In Inghilterra, per fare un esempio, si chiamano “kippers” che sono le iniziali di “Kids in parents pockets eroding retirement saving” (bamboccioni che erodono i risparmi della pensione dalla tasca dei genitori). I giovani, inoltre, oltre ad essere legati alla propria famiglia di origine, sarebbero poco inclini ad impegnarsi attivamente sul piano politico. Sulle motivazioni di questa tendenza si sono espressi molti esperti in varie discipline, sia sui media che in varie pubblicazioni. In questo articolo riporteremo ciò che emerso dai frequentatori di IDV Agorà.

Molti dei contributi degli avatar intervenuti alla riunione, concordavano, anche se espressi in modi differenti, sul concetto che i giovani sono interessati alla politica, intesa come interesse per i temi che riguardano la collettività, ma l’apparente disinteresse di questi, sarebbe da ricondurre alla non condivisione del linguaggio della politica attuale. Lo scontro in piazza, che tanto piaceva ai giovani del ’68, non è sicuramente nelle loro corde, e a questo antepongono, ad esempio, un’attiva partecipazione nelle comunità virtuali e iniziativi correlate alle attività di queste, come il fenomeno dei meetup di Grillo ci ha ampiamente dimostrato. Nella chat è emerso anche, un contributo di carattere sociologico e psicologico, ripreso da P. Charmet, medico psicoterapeuta, una delle voci più autorevoli al momento nel dibattito sull’adolescenza, che evidenzia il carattere narcisistico dei giovani. La ricerca della propria identità, caratteristica peculiare di questo periodo evolutivo, non avviene principalmente nel conflitto sociale, ma a livello personale attraverso la ricerca di un consenso nella società stessa, esplicantesi in molteplici modi. Uno di questi è la visibilità che la rete web o la televisione possono rimandare, questa permetterebbe loro di capire quanto valgono e di capire chi sono veramente.

Il discorso si è ampliato e dai giovani si è anche analizzato il sistema politica in generale, l’attuale sistema elettorale e il finanziamenti ai partiti. Il nostro paese è considerato, per quanto riguarda la cultura civica, agli ultimi livelli, siamo catalogati, infatti, come una nazione non civica, così ci spiega un avatar in un intervento e aggiunge che tutti danno per scontato che ci debba essere una partecipazione politica, ma a volte non esiste semplicemente perchè si ignora che cosa sia la politica. Questa inconsapevolezza porta loro ad avvicinarsi alla politica e ad intenderla solo in chiave clientelare. Occorrerebbe agire, affinchè ci sia una partecipazione consapevole, incrementando l'educazione civica, al fine di far comprendere le opportunità che può scaturire da una partecipazione politica attiva e quindi, il non intendere questa, solo come un qualcosa a cui rivolgersi per ottenere un favore.

Concludendo il quadro che ne è venuto fuori, vede i giovani non “condannabili” dal punto di vista della loro partecipazione; i problemi sembrerebbero essere maggiormente riferibili al mondo degli adulti. In questo momento i giovani potrebbero cambiare qualcosa con uno strumento a loro disposizione: internet. Stiamo gettando le premesse del Partito Rete?